Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
206 | storia della decadenza |
re, fu debitore della sua vita al disprezzo, che avevasi della sua forza ed abilità. Il capriccio dei Barbari, che devastavano la Spagna, collocò un’altra volta quest’Imperiale fantasma sul trono, ma poco dopo lo rilasciarono alla giustizia d’Onorio; ed il tiranno Massimo, dopo essere stato mostrato al Popolo di Ravenna e di Roma, fu pubblicamente decapitato.
Il Generale chiamato Costanzo, che fece levare, col suo arrivo, l’assedio d’Arles, e dissipò le truppe di Geronzio, era nato Romano; e questa notevole distinzione è molto atta ad esprimere la decadenza dello spirito militare fra i sudditi dell’Impero. La forza e la maestà, che apparivano nella persona di quel Generale1, lo facevano risguardare nell’opinione del Popolo come un candidato degno del Trono, al quale di poi salì. Nella conversazione della vita privata, le maniere di esso eran piacevoli ed attraenti; nè alle volte avrebbe sdegnato, nella licenza della tavola, di sfidare i pantomimi stessi nell’esercizio delle ridicole lor professioni. Ma quando la tromba invitavalo alla armi; quando montava a cavallo, e piegandosi quasi sul collo di esso (giacchè tale era il singolare costume di lui) fieramente girava i grandi e vivaci suoi occhi attorno al campo, allora Costanzo incuteva terrore ai nemici, ed inspirava la sicurezza della vittoria ne’ suoi soldati. Egli avea ricevuto dalla Corte di Ravenna l’im-
- ↑ Εἶδος ἄξιος τυραννίδος (figura degna della Sovranità). Questa è l’espressione d’Olimpiodoro, che pare essere stata presa dall’Eolo, tragedia d’Euripide, di cui non restano presentemente che alcuni frammenti (Euripid., Barnes T. II. p. 443. v. 28.). Può servire tale allusione a provare, che gli antichi Poeti tragici erano tuttavia famigliari ai Greci del quinto secolo.