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golamento, le otto Province, che erano state le più maltrattate, cioè la Campania, la Toscana, il Piceno, il Sannio, la Puglia, la Calabria, l’Abruzzo e la Lucania, ottennero una remissione di cinque anni; l’ordinario tributo fu ridotto ad un quinto, ed anche questo fu destinato a restaurare e sostenere l’utile instituzione delle pubbliche poste. Con un’altra legge, le terre che erano state lasciate senza abitanti o coltivatori, furon concesse con qualche diminuzione di tasse ai vicini, che le volessero occupare, o agli stranieri, che le richiedessero; ed i nuovi possessori venivano assicurati contro le future pretensioni dei fuggitivi proprietari. Verso il medesimo tempo, fu pubblicata in nome d’Onorio, una generale amnistia (o perdono) per abolire la colpa e la memoria di qualunque involontaria mancanza, che si fosse commessa dagl’infelici suoi sudditi nel tempo del disordine e della pubblica calamità. Si ebbe una rispettosa e decente attenzione alla restaurazione della Capitale; furono animati i cittadini a rifabbricar gli edifizi, che erano stati distrutti o danneggiati dal fuoco nemico; e dalle coste dell’Affrica si fecero trasportare degli straordinari sussidi di grano. La moltitudine, che poco prima fuggiva innanzi la spada dei Barbari, fu tosto richiamata dalla speranza dell’abbondanza e del piacere; ed Albino, Prefetto di Roma, informò con qualche sorpresa e perplessità la Corte, che in un sol giorno aveva notato l’arrivo di quattordicimila forestierinota 1. In meno di sette anni furono quasi cancellati

  1. Olimpiodor., ap. Foz. p. 183. Filostorg. (lib. XII c. 5) osserva, che quand’Onorio vi fece il suo trionfale ingresso, incoraggiò i Romani con la mano e con la voce (χειρι και