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cheggiato dai Franchi; sessanta coppe o calici, quindici patene o piatti per uso della comunione, venti cassette o custodie pei libri degli Evangeli: tutte queste sacre spoglie1 si distribuirono dal figlio di Clodoveo fra le Chiese de’ suoi Stati, e sembra, che la pietosa generosità di lui rimproveri un antecedente sacrilegio de’ Goti. Possedevano essi, con maggior sicurezza di coscienza, il famoso Missorium o gran piatto per uso della tavola, d’oro massiccio del peso di cinquecento libbre, e di molto maggior valore per le pietre preziose, per lo squisito lavoro, e per la tradizione, che era stato presentato dal Patrizio Ezio a Torrismondo Re dei Goti. Uno dei successori di Torrismondo comprò l’aiuto del Re Franco con la promessa di questo magnifico dono. Quando poi fu collocato sul trono di Spagna, lo diede con ripugnanza agli Ambasciatori di Dagoberto; gli spogliò per viaggio, e dopo una lunga negoziazione stipulò di liberarsi da tal promessa mediante l’inadequata somma di dugentomila monete d’oro, e conservò il Missorium, come la più gloriosa parte del Tesoro Gotico2. Al-

  1. Vedi nella grande collezione degli Storici di Francia fatta da Don Bonquet T. II. Gregor. Turonens. l. III. c. 10 p. 191. Gesta Reg. Francor. c. 23 p. 557. L’anonimo scrittore con un’ignoranza, degna de’ suoi tempi, suppone, che tali strumenti di Culto Cristiano appartenessero al tempio di Salomone. Se avesse avuto qualche intendimento, dovea conoscere che furon trovati nel sacco di Roma.
  2. Si consultino le seguenti originali testimonianze negli storici di Francia Tom. II. Fredegar. Scolastic. Chron. c. 73, p. 441. Fredegar. Fragm. L. I. p. 463, Gesta Regis Dagoberti c. 29, p. 587. L’avvenimento di Sisenando al trono di Spegna seguì l’anno 63l. 1e 200,000, monete d’oro furono applicate da Dagoberto alla fondazione della Chiesa di S. Dionisio.