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dell’impero romano cap. xxxi. 197

cidia, consistè in rare e splendide spoglie della patria di lei. Cinquanta bei giovani, vestiti di seta, portavano ciascheduno due bacini, uno de’ quali era pieno di monete d’oro, e l’altro di pietre preziose d’inestimabil valore. Attalo, che fu per tanto tempo il giuoco della fortuna e dei Goti, fu destinato a dirigere il coro degl’Inni nuziali, ed il deposto Imperatore aspirò forse alla lode di abile musico. I Barbari godevano insolentemente del loro trionfo; ed i Provinciali furono contenti di tal congiunzione, che moderava, mediante la dolce influenza della ragione e dell’amore, il feroce spirito del Gotico loro Signore1.

I cento bacini d’oro e di gemme, presentati a Placidia nella solennità delle sue nozze, non erano che una tenue porzione de’ tesori Gotici, qualche straordinario saggio dei quali può rilevarsi dall’istoria dei successori d’Adolfo. Si trovarono molti sontuosi e fini ornamenti d’oro puro, arricchiti di gioie nel loro palazzo di Narbona, quando nel sesto secolo, fu sac-

    leggi la prodigalità dell’amor coniugale. Non poteva un marito fare alcun dono o stabilimento in vantaggio della sua moglie, finchè durava il primo anno del lor matrimonio; e la sua liberalità non poteva in alcun tempo eccedere la decima parte del suo patrimonio. I Lombardi furono un poco più indulgenti: permisero il Morgingcap immediatamente dopo la prima notte del matrimonio; e questo famoso dono, premio della virginità, poteva arrivare fino alla quarta parte delle sostanze del marito. Alcune caute spose veramente avevano tanto senno da stipulare antecedentemente un donativo, che esse eran troppo sicure di non meritare. Vedi Montesquieu, Espr. des Loix. l. XIX c. 25. Muratori, delle Antichità Italiane Tom. I Dissert. 20 p. 243.

  1. Noi dobbiamo il curioso ragguaglio di questa festa nuziale all’istorico Olimpiodoro appresso Fozio pag. 185, 188.