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194 | storia della decadenza |
Adolfo, assumendo il carattere di Generale Romano, diresse la sua marcia dall’estremità della Campania verso le Province meridionali della Gallia. Le sue truppe, o per forza o per convenzione, immediatamente occuparono le città di Narbona, di Tolosa, e di Bordò; e quantunque il Conte Bonifazio le rispingesse dalle mura di Marsiglia, tosto estesero i loro quartieri dal Mediterraneo all’Oceano. Potevano gli oppressi Provinciali esclamare, che i miserabili avanzi, cui il nemico aveva risparmiati, venivano crudelmente rapiti da’ pretesi loro alleati; ma non mancavano mai gli speciosi pretesti per palliare o giustificar la violenza dei Goti. Le città della Gallia, che essi attaccavano, potevano per avventura considerarsi come in uno stato di ribellione contro il governo d’Onorio: potevano talvolta essere addotti, in favore delle apparenti usurpazioni d’Adolfo, gli articoli del trattato o le segrete istruzioni della Corte; e poteva sempre imputarsi la colpa di qualunque irregolare infelice atto d’ostilità, con qualche apparenza di vero, all’indomito spirito d’un esercito barbaro, impaziente di pace o di disciplina. Il lusso d’Italia era stato meno efficace ad addolcire l’indole dei Goti, che a rilassarne il coraggio, ed essi avevano bevuto i vizi senza imitare le instituzioni e le arti della società civile1.
- ↑ La ritirata dei Goti dall’Italia e le prime azioni loro nella Gallia sono oscure e dubbiose. Io ho tratto grande aiuto da Mascou (Istor. degli Antichi Germani l. VIII. c. 29, 35, 36, 37) che ha illustrato e connesso fra loro le interrotte Croniche ed i frammenti di quei tempi.
fosse concluso un trattato di pace fra il principe Goto ed Onorio. Vedi Oros. l. VII. c. 43 p. 584, 585. Giornand., de Reb. Get. c. 21. p. 654, 655.