Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VI.djvu/198

192 storia della decadenza

circa un miglio e mezzo; ed i favolosi mostri della voragine, le rupi di Scilla, ed il vortice di Cariddi non potevano spaventare che i più timidi ed inabili marinari. Pure tosto che fu imbarcata la prima divisione dei Goti, sorse un’improvvisa tempesta, che disperse, e fece naufragare molti legni; fu vinto il loro coraggio dal terrore d’un nuovo elemento; e svanì tutto il disegno per l’immatura morte d’Alarico, la quale, dopo una breve malattia, pose il termine fatale alle sue conquiste. Si spiegò il feroce carattere dei Barbari nei funerali d’un Eroe, di cui celebrarono con lugubre applauso la fortuna ed il valore. Coll’opera d’una moltitudine di schiavi, fecero a forza voltare il corso del Busentino, piccolo fiume, che bagna le mura di Cosenza. Nel letto voto di esso fu costruito il sepolcro reale, adornato con le splendide spoglie e trofei di Roma; quindi si fecero tornare le acque nel nativo loro canale; e restò per sempre celato il segreto posto, in cui fu depositato il cadavere d’Alarico, per l’inumana strage degli schiavi, che si erano impiegati nell’eseguire quell’opera1.

[A. 412] Si sospesero le personali animosità, e gli odj ereditarj dei Barbari per la dura necessità dei loro affari, ed il valoroso Adolfo, cognato del defonto Monarca, fu concordemente eletto per successore al suo trono. Si potrà meglio rilevare il carattere ed il sistema politico del nuovo Re de’ Goti dal discorso, che egli stesso ebbe con un illustre cittadino di Narbona, il quale dopo, in un pellegrinaggio, che fece alla Terra Santa, lo raccontò a S. Girolamo in presenza dell’Istorico Orosio: „Nella piena fiducia del coraggio

  1. Giornandes, de reb. Getic. c. 30 p. 654.