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storia della decadenza |
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timore1. Alla testa d’un’armata carica di ricche e pesanti spoglie, l’intrepido Capitano avanzossi lungo la via Appia verso le Province meridionali d’Italia, distruggendo tutto ciò che ardiva opporsi al suo passaggio, e contentandosi di predare il paese, dove non si facea resistenza. Il destino di Capua, superba e lussuriosa Metropoli della Campania, e che anche nella sua decadenza era rispettata come l’ottava città dell’Impero2, è sepolto nell’obblivione; mentre la vicina città di Nola3 fu illustrata in quest’occasione dalla santità di Paolino4, che fu successivamente Console, Monaco, e Vescovo. All’età di quarant’anni ei rinunziò ai diletti delle ricchezze, degli onori, e della società, ed alla letteratura per abbracciare una vita di solitudine e di penitenza; e l’alto applauso del Clero lo inanimò a disprezzare i rimproveri dei mondani suoi amici, che attribuivano tal violento atto a
- ↑ Socrate (lib. VII. c. 10) pretende però che Alarico fuggisse, alla notizia che gli eserciti dell’Impero Orientale erano in piena marcia per attaccarlo.
- ↑ Ausonio, de Claris urbibus pag. 233. edit. Toll. La mollezza di Capua aveva una volta sorpassato quella di Sibari medesima. Vedi Ateneo, Deipnosophist. lib. XII. p. 528. edit. Casaubono.
- ↑ Quarantotto anni prima della fondazione di Roma (circa 800. avanti l’Era Cristiana) i Toscani fabbricarono Capua e Nola, alla distanza di 23. miglia l’una dall’altra; ma l’ultima di queste non uscì mai dallo Stato di mediocrità.
- ↑ Il Tillemont (Mem. Eccles. Tom. XIV p. 1-446.) ha raccolto con la solita sua diligenza tutto ciò, che si riferisce alla vita ed agli scritti di Paolino, la ritirata del quale ci è nota pe’ suoi propri scritti, ed è celebrata dalle lodi di S. Ambrogio, di S. Girolamo, di S. Agostino, di Sulpicio Severo ec. suoi cristiani amici e contemporanei.