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176 | storia della decadenza |
una folla di Cristiani affrettossi ad unirsi a quest’edificante processione; ed una moltitudine di fuggitivi senza distinzione d’età, di grado, o anche di setta ebbe la buona fortuna di rifuggirsi al sicuro ed ospital santuario del Vaticano. L’erudita opera intorno alla Città di Dio fu composta espressamente da S. Agostino per giustificare i disegni della Previdenza nella distruzione della grandezza Romana. Ei celebra con particolare soddisfazione questo memorabil trionfo di Cristo, ed insulta i suoi avversari con provocarli a produrre qualche simile esempio d’una città presa per assalto, in cui gli Dei favolosi dell’antichità fossero stati capaci a difendere o se stessi, o i delusi loro devoti1.
Nel sacco di Roma si sono meritamente applauditi alcuni rari e straordinari esempj di barbara virtù. Ma i sacri recinti del Vaticano e delle Chiese Apostoliche potevan contenere una ben piccola porzione del Popolo Romano: più migliaia di guerrieri, specialmente gli Unni, che militavano sotto lo stendardo d’Alarico, non conoscevano il nome o almeno la fede di Cristo; e possiam sospettare, senz’alcun pregiudizio della carità o del candore, che nel tempo della sfrenata licenza, quando era accesa ogni passione, e tolto qualunque freno, i precetti dell’Evangelio di rado influissero nella condotta dei Goti Cristiani. Gli scrittori, più disposti ad esagerare la lor clemenza, liberamente han confessato, che fu fatta una crudele strage dei
- ↑ Vedi Agostino de Civ. Dei, lib. I. c. 1, 6. Esso particolarmente cita gli esempj di Troia, di Siracusa e di Taranto.