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122 | storia della decadenza |
ponevano alla credulità del volgo, ed erano in qualche modo sostenuti dall’uso di adottare il nome dei loro patroni, ch’era stato sempre in vigore fra i liberti, ed i clienti delle famiglie illustri. La maggior parte però di quelle famiglie, attaccate da tante cause d’esterna forza, o d’interna decadenza, restarono appoco appoco estinte; e sarebbe stato più ragionevole il cercare una successiva discendenza di venti generazioni fra le montagne delle Alpi o nella pacifica solitudine della Puglia, che nel teatro di Roma, sede della fortuna, del pericolo, e di perpetue rivoluzioni. In ogni regno particolare, e da ogni provincia dell’Imperio innalzandosi ad eminenti gradi una folla d’arditi avventurieri per mezzo de’ talenti o de’ vizi loro, usurpavano le ricchezze, gli onori, ed i palazzi di Roma, ed opprimevano o proteggevano i poveri ed umili avanzi delle famiglie Consolari, che ignoravano forse la gloria de’ loro maggiori1.
Al tempo di Girolamo e di Claudiano i Senatori concordemente cedevano la preeminenza alla famiglia Anicia; ed una breve occhiata all’istoria di questa servirà per valutare il lustro e l’antichità delle famiglie nobili, che si contentavano solo del secondo pasto2. Nei primi cinque secoli di Roma fu ignoto il
- ↑ Tacito (Annal. III. 55) afferma, che fra la battaglia d’Azio ed il regno di Vespasiano, il Senato fu di mano in mano ripieno di famiglie nuove, prese da’ Municipj e dalle colonie d’Italia.
- ↑
Nec quisquam Procerum tentet (licet aere vetusto
Floreat, et claro cingatur Roma Senatu)
Se jactare parem; sed prima sede relicta
Aucheniis, de jure licet certare secando.Claudian. in Prob. et Olybrii Cons. 18.