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118 | storia della decadenza |
e lo zelo, si fece incontro al vittorioso Monarca, ed arditamente annunziò lo sdegno del Cielo contro gli oppressori della terra; ma il Santo medesimo restò confuso dalla solenne asserzione d’Alarico, ch’ei sentiva un segreto e soprannaturale impulso, che lo dirigeva, anzi lo costringeva a marciare verso le porte di Roma. Egli sentiva che il proprio genio o la sua fortuna lo rendevano atto alle imprese più ardue; e l’entusiasmo, che comunicò a’ Goti appoco appoco fece svanire la popolare e quasi superstiziosa reverenza delle nazioni per la maestà del nome Romano. Le sue truppe, animate dalla speranza della preda, seguirono il corso della via Flaminia, occuparono i passi non guardati dell’Appennino1, discesero nelle ricche pianure dell’Umbria; e mentre stavano accampati sulle rive del Clitunno, potevano a capriccio scannare e divorare i bianchissimi tori, che per tanto tempo s’erano riserbati pei trionfi di Roma2. Una difficile situazione ed un’opportuna tempesta di lampi e tuoni preservò la piccola città di Narni; ma il Re de’ Goti, non cu-
- ↑ Addisson (nelle sue opere vol. 2. p. 54 dell’Ediz. di Baskerville) ha fatto una descrizione molto pittoresca della strada per l’Appenino. I Goti non avevano agio d’osservare le bellezze del prospetto; ma ebbero ben piacere di trovare che Saxa intercisa, stretto passo che Vespasiano aveva tagliato nel masso (Cluver. Ital. antiq. Tom. 1. p.618) fosse totalmente abbandonato.
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Hinc albi Clitumni greges, et maxima taurus
Victima; saepe tuo perfusi flumine sdero
Romanos ad tempia Deum duxere triumphos.Oltre Virgilio, molti altri Poeti Latini, Properzio, Lucano, Silio Italico, Claudiano ec., i passi de’ quali posson trovarsi appresso Cluverio ed Addisson, hanno celebrato le trionfali vittime del Clitunno.