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dell'impero romano cap. xxx. 111

fu sturbato da quest’amichevole e gentile ammonizione; ma la crudel vigilanza d’Adriano attendeva l’occasione della vendetta, e facilmente ottenne dai nemici di Stilicone il tenue sacrifizio d’un colpevol poeta. Egli però si nascose nel tumulto della rivoluzione; e consultando i dettami più della prudenza che dell’onore, indirizzò in forma di lettera una supplichevole ed umile ritrattazione all’offeso Prefetto. Deplora in flebile tuono la fatale indiscretezza, alla quale trasportato l’avea la passione e la follìa; propone al suo avversario l’imitazione degli esempi generosi di clemenza degli Dei, degli Eroi, e dei Leoni, ed esprime la sua speranza, che la magnanimità d’Adriano non calpesterà un miserabil e dispregevol nemico, già umiliato dalla disgrazia e dalla povertà, e profondamente colpito dall’esilio, dai tormenti, e dalla morte dei suoi amici più cari1. Qualunque fossero il successo della sua preghiera, e gli accidenti della futura sua vita, nel corso di pochi anni restarono ugualmente sepolti il ministro ed il poeta: ma il nome d’Adriano è quasi caduto nell’obblivione; laddove Claudiano si legge con piacere, dovunque si è ritenuta o acquistata la cognizione della lingua Latina. Se noi vogliamo giustamente bilanciare

    Omnibus hoc, Italae gentes, exposcite votis,
          Mallius ut vigilet, dormiat ut Pharius.

    Adriano era Fario (d’Alessandria). Vedasi la sua vita pubblicata dal Gotofredo; Cod. Theod. Tom. VI. p. 364. Mallio non dormiva sempre. Compose alcuni eleganti dialoghi sopra i Greci sistemi di Filosofia naturale: Claud. in Mal. Theodor. Conf. 61-112.

  1. Vedasi la prima lettera di Claudiano. Pure in alcuni luoghi cert’aria di sdegno o d’ironia scuopre la segreta sua ripugnanza.