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104 | storia della decadenza |
sio1. La rappresentanza della difficoltà e della spesa d’una spedizione sì distante, frenò quello strano e subito impeto di attiva diligenza; ma il pericoloso progetto di far vedere l’Imperatore al campo di Pavia, ch’era composto di truppe Romane, nemiche di Stilicone, e de’ suoi Barbari ausiliari, rimase fisso ed inalterabile. Il Ministro fu stimolato dal consiglio del suo confidente Giustiniano, Avvocato Romano di vivo e penetrante ingegno, ad opporsi ad un viaggio così dannoso alla sua riputazione e salvezza. I vigorosi, ma inefficaci, suoi sforzi confermarono il trionfo di Olimpio; ed il prudente Legale si sottrasse all’imminente rovina del suo Signore.
[A. 408] Nel passare che fece l’Imperator da Bologna, fu suscitato e quietato un ammutinamento delle guardie per la segreta politica di Stilicone, il quale dichiarò le istruzioni che aveva, di decimare i colpevoli, ed attribuì alla propria intercessione il merito del perdono. Dopo questo tumulto, Onorio abbracciò per l’ultima volta il Ministro, ch’ei risguardava allora come un tiranno, e proseguì il suo viaggio verso il campo di Pavia, dove fu ricevuto con le fedeli acclamazioni delle truppe, che v’erano adunate pel servizio della guerra Gallica. La mattina del quarto giorno ei recitò, come era istruito, un’orazion militare alla presenza dei soldati, i quali dalle caritatevoli visite e dagli artificiosi discorsi d’Olimpio erano stati disposti ad eseguire una sanguinosa e nera cospirazione. Al primo
- ↑ Zosimo l. V p. 339, 339. Sozomeno l. IX. c. 4. Stilicone propose d’intraprendere il viaggio di Costantinopoli, per divertire Onorio da quel vano pensiero. L’Impero Orientale non avrebbe obbedito, e non si sarebbe potuto vincere.