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88 | storia della decadenza |
lore; ed i sudditi del Romano Impero avrebbero potuto affannosamente aspettare, che quegli sciami di Barbari, che uscivan dal Settentrione, presto incontrassero dalla parte del Mezzogiorno nuovi sciami di Barbari ugualmente formidabili e fieri. Tali oscuri terrori si sarebbero invero dissipati dalla più esatta cognizione del carattere degli Affricani loro nemici. L’inazione per altro dei Neri non sembra che sia l’effetto nè della virtù, nè della pusillanimità loro. Soddisfano essi, come il resto degli uomini, le loro passioni ed appetiti; e le vicine tribù si trovan frequentemente impegnate in atti d’ostilità1. Ma la rozza loro ignoranza non ha inventata mai verun arme efficace di difesa o di distruzione; pare che siano incapaci di formare alcun piano esteso di governo o di conquista; e le nazioni della zona temperata facilmente hanno scoperta l’inferiorità delle loro potenze intellettuali; e ne hanno abusato. Ogni anno s’imbarcano dalla costa della Guinea sessantamila Neri per non tornar mai più al nativo loro paese; ma sono imbarcati in catene2; e tal continua emigrazione che nello spazio di due secoli avrebbe potuto somministrar eserciti da soggiogar tutto il globo, accusa la reità dell’Europa e la debolezza dell’Affrica.
[A. D. 365-378] IV. Era stato fedelmente eseguito dalla parte dei Romani l’ignominioso trattato, che salvò l’esercito di