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storia della decadenza |
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ni loro. Era severamente proibito alla studiosa gioventù di perdere il tempo in conviti o nei teatri, ed era limitato il termine della loro educazione all’età di vent’anni. Il Prefetto della città poteva gastigar gli oziosi ed i refrattari con le verghe e coll’espulsione; ed aveva ordine di riferire ogni anno al Maestro degli Uffizi, quali scolari per le cognizioni ed abilità loro si potessero utilmente impiegare in servizio pubblico. Gli instituti di Valentiniano contribuirono ad assicurare i vantaggi della pace e dell’abbondanza; e servì a guardar le città lo stabilimento dei Difensori1 eletti liberamente come Tribuni ed Avvocati del popolo per sostenere i diritti, ed esporre gli aggravj di esso avanti ai Tribunali dei Magistrati civili, o anche al piè del Trono Imperiale. Si amministravano diligentemente le finanze da due Principi, che per tanto tempo erano stati assuefatti alla rigorosa economia di una condizione privata; ma nell’incassamento e nell’impiego della pubblica entrata un occhio discernitore potrebbe osservare qualche differenza fra il governo d’Oriente e quel d’Occidente. Valente era persuaso che non si potesse sostenere la liberalità reale per mezzo della pubblica oppressione; e non ebbe mai l’ambizione di aspirare ad assicurare, mediante le presenti angustie, la futura forza e prosperità del suo popolo. Invece di accrescere il peso delle tasse, che nello spazio di quaranta anni a grado a grado si erano raddoppiate, nei primi quattro anni del suo regno diminuì la quarta parte del tributo del-
- ↑ Cod. Teodos. lib. I. Tit. XI. col Paratitlo del Gotofredo, che diligentemente riunisce tutto ciò che si trova nel resto del Codice.