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exemplo liquet de erroribus dicam ne an fraudibus Triboniani? e noi diremo del Sig. Gibbon1.

Fin qui possiam dire che il Sig. Gibbon denigra la fama dei Santi con qualche arte ed astuzia; ma nella causa dei Priscillianisti Agostino e Leone spacciano intorno ad essi scandalose calunnie, e il Tillemont, l’utile spazzino! che su questo punto ha ammucchiato tutta la spazzatura dei Padri, le ingoia come un fanciullo. Or che sarà mai di Agostino, il quale ripete sì scandalose calunnie e nella risposta al Commonitorio di Orosio2, e nell’Epistola al Vescovo Cerezio3 e nel Libro de Haeresibus4, ed in quello ad Consentium5; e non solo non le ritratta, ma nelle Ritrattazioni medesime le rinnova6?

  1. V. Sulle leggi contro gli Eretici Enr. Cocc. de Hug. Grot. Lib. 2. cap. 20. §. 50, il quale cita le dissertazioni di B. Par. Tom. 2. Ed. Lausan. 1752. p. 403. = „Ita jure communi, et legibus primorum Christianissimorum Imperatorum tota haec causa accuratissime saeculo IV, et V definita est, et omni ex parte pro natura delicti, et modo circumstantiarum aequa justaque satis severitate in haereticos a Catholicae Ecclesiae regula deviantes animadvertitur„. Vedi ancora Not. Vales. ad cap. 3. L. 7. H. E. Socrat. Si conviene però del principio Platonico, che la pena della ignoranza, e del semplice errore sia l’istruzione: onde sono lodevolissimi que’ Sovrani i quali con una giusta tolleranza provvedono egualmente alla Religione e allo Stato.
  2. T. 8. p. 811. Ed. de’ Maur.
  3. T. 2. Ep. 237. p. 850.
  4. Haeres. 70.
  5. Contr. Mendac. T. 6.
  6. L. 2. Retract. C. 60. „Tunc et contra mendacium scripsi librum, cujus operis ea causa extitit, quod ad Priscillianistas investigandos, qui haeresim suam non solum negando, atque mentiendo, verum etiam pejerando existimant