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teologico, assicurando che Valentiniano, quantunque non battezzato, era stato introdotto senza difficoltà nelle sedi della beatitudine eterna: ora con la sua ragionevolezza incredulo al par di Giustina sulla illuminazione del cieco Severo deride le teatrali rappresentazioni, che si facevano per l’artifizio ed a spese dell’Arcivescovo: ed ora infine pretende, che, insieme con gli altri Vescovi, Ambrogio fosse animato da uno spirito di persecuzione così crudele da procurare un editto Imperiale per punire come capital delitto la violazione, la negligenza e anche l’ignoranza della divina legge. Fermiamoci brevemente sopra ciascuno di questi articoli.

E primieramente qual contraddizione vi è mai a negare che senza il lavacro battesimale si dia la rigenerazione, e la remission dei peccati negl’infanti ed eziandio negli adulti, i quali quantunque credano, e facciano buone opere o senza cagione legittima lo differiscono o mancano di quella carità, che si domanda perfetta; e per lo contrario ad affermarlo di quelli, i quali, ardendo di carità, hanno un desiderio vivissimo di battezzarsi, ed in tale disposizione son colti da una morte non aspettata? Così conciliasi senza stento S. Ambrogio con se medesimo da Chardon, e dagli altri Teologi, come sapete1. Aveva pertanto2 ragione il S. Arcivescovo di consolare le Principesse Giusta e

    V. de S. Ambr. L. 3 c. 6. Till. T. 9. M. Eccl. pag 478. Vedi Van-Espen. de Cura Episcop. Part. I. Tom. 16. cap. 3. etc.

  1. Chardon. T. I. p. 86. etc. L’A. de Re Sacramentar. L. 2. Quaest. 6. Append. §. I. Berti de Theol. discipl. L. 31. c. 23. Prop. 2.
  2. V. Trident. Syn. Sess. 6. cap. 4. et Sess. 7. c. 4.