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Lupo e Natale Alessandro1, con quella di Fozio, il quale dice nel Libro de Synod. delle decisioni drammatiche del Concilio Costantinopolitano: Quibus haud multo post et Damasius Episcopus Romae (allora vivente) eadem confirmans, atque eadem sentiens accessit.

Una somigliante misura di lodi e d’ingiurie possiam rilevarla eziandio relativamente ad Ambrogio, S. Arcivescovo di Milano. Poichè in un luogo asserisce il Sig. Gibbon che l’attività del suo genio presto lo pose in istato di esercitare con zelo e con prudenza i doveri dell’Ecclesiastica potestà: in un altro confessa che egli nel più eminente grado riuniva in sè tutte le virtù Episcopali, ed intanto ora il dileggia per aver encomiato il S. Vescovo Ascolio coi titoli di murus fidei, gratiae, et sanctitatis, osservando con insulso e puerile motteggio, che la prontezza e la diligenza di lui in correre a Costantinopoli, in Italia ec. non è virtù che convenga nè ad un muro, nè ad un Vescovo; quasi che disdicesse ad un Vescovo l’intervenire ai Concilj, l’opporsi con intrepidezza Apostolica al furor degli Eretici, ed il non risparmiar fatiche e disagi per la tranquillità della Chiesa Universale2. Ora l’accusa per essersi contraddetto ed avere sconvolto il suo sistema

  1. Lup. in Schol. T. I. p. 368. Nat. Alex. Diss. 37. ad saec. IV.
  2. Ita ne raptus est murus fidei gratiae et sanctitatis, quem toties ingruentibus Gothorum catervis, nequaquam tamen potuerunt barbarica penetrare tela, expugnare multarum gentium bellicus furor?. . . Urgebat et praeliabatur S. Acholius non gladiis, sed orationibus, non telis, sed meritis percurrebat omnia excursu frequenti Costantinopolim, Achajam, Epirum, Italiam. Venit enim tamquam David ad pacem populi reformandam. V. Ep. XV. et XVI. S. Ambros. Hermant.