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34 | storia della decadenza |
ed i fuggitivi formavano la maggior parte degli abitanti1.
[A. D. 364-375] Quando Tacito descrive le morti degli innocenti ed illustri Romani, che furon sacrificati alla crudeltà dei primi Cesari, l’arte dell’Istorico o il merito dei pazienti eccita nei nostri petti i più vivi sentimenti di terrore, d’ammirazione e di pietà. Il volgare ed indistinto pennello d’Ammiano ha dipinto queste sanguinose scene con tediosa e non piacevole esattezza. Ma siccome non è più impegnata la nostra attenzione dal contrasto di libertà e di servitù, di recente grandezza e di attual miseria, dovremmo con orrore torcer lo sguardo dalle frequenti esecuzioni, che disonorarono in Roma ed Antiochia il regno dei due fratelli2. Valente era timido3 di naturale, e Valen
- ↑ È descritta, ed assai probabilmente esagerata la crudele inquisizione di Roma e di Antiochia da Ammiano (XXVIII, l. 1XIX, 1. 2.), e da Zosimo (l. IV. p. 216. 218). Il filosofo Massimo fu con qualche ragione involto nell’accusa di magia (Eunap. in vit. Sophist. p. 88. 89.), ed il giovane Grisostomo, che accidentalmente aveva trovato uno dei libri proscritti, si credè perduto. Tillemont Histoir. des Emper. Tom. V. p. 340.
- ↑ Si consultino gli ultimi sei libri d’Ammiano, e specialmente i ritratti dei due fratelli reali (XXX. 8. 9. XXXI. 14). Il Tillemont (Tom. V. pag. 12-18. p. 127-133.) ha raccolto da tutta l’antichità le virtù ed i vizi loro.
- ↑ Vittore il giovane asserisce, che egli era valde timidus: pure alla testa d’un esercito si portava con decente fermezza, come avrebbe fatto quasi qualunque altro. Il medesimo Istorico si propone di provare che la sua collera non era dannosa. Ammiano però osserva con maggior candore e giudizio, che incidentia crimina ad contemptam vel laesam Principis amplitudinem trahens in sanguinem saeviebat.