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336 | storia della decadenza |
[A. 338] Il rispettoso attaccamento dell’Imperatore pel Clero Cattolico l’aveva disposto ad amare ed ammirare il carattere d’Ambrogio, che nel più eminente grado riuniva in sè tutte le virtù Episcopali. Gli amici ed i ministri di Teodosio imitavan l’esempio del loro Sovrano; ed egli vedeva con maggior sorpresa che dispiacere, che tutti i suoi consigli segreti venivano immediatamente comunicati all’Arcivescovo, il quale agiva nella lodevole persuasione, che qualunque passo del governo civile può aver qualche connessione con la gloria di Dio o coll’interesse della vera religione. I Monaci e la plebe di Callinico, oscura città sulle frontiere della Persia, eccitati dal proprio fanatismo, e da quello del loro Vescovo, avevan tumultuariamente abbruciato un luogo d’adunanza dei Valentiniani, ed una sinagoga di Ebrei. Il sedizioso Prelato fu condannato dal magistrato della provincia o a rifabbricare la sinagoga, o a risarcirne il danno; e questa moderata sentenza fu confermata dall’Imperatore, ma non dall’Arcivescovo di Milano1. Ei dettò una lettera di censura e di rimprovero, che più sarebbe stata forse a proposito, se l’Imperatore avesse ricevuto la circoncisione, e rinunciato alla fede del suo Battesimo. Ambrogio considera la tolleranza della religione Giudaica come una persecuzione della Cri-
- ↑ Vedasi tutto questo fatto appresso Ambrogio (Tom. II. epist. 60. 61. p. 946-956), e Paolino di lui biografo (c. 23). Bayle e Barbeirac (Moral des Peres c. 17. p. 325. ec.) hanno giustamente condannato l’Arcivescovo.
di Cedreno (p. 317), e di Zonara (Tom. II. l. 13. p. 34). Il solo Zosimo, parzial nemico di Teodosio, non si sa per qual causa passa sotto silenzio la peggiore delle sue azioni.