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dell'impero romano cap. xxvii. | 333 |
indulgenza però della misericordia n’è il piacer più squisito1.
[A. 390] La sedizione di Tessalonica si attribuisce ad una causa più vergognosa, e produsse molto più terribili conseguenze. Quella gran città, metropoli di tutte le Province Illiriche, era stata difesa dai pericoli della guerra Gotica con forti ripari e con numerosa guarnigione. Boterico, Generale di quelle truppe, e per quanto apparisce dal nome stesso, Barbaro di nazione, aveva fra i suoi schiavi un bel fanciullo, ch’eccitò gl’impuri desideri d’uno dei cocchieri del circo. Per ordine di Boterico fu posto in carcere l’insolente e brutale amante; e pertinacemente si rigettarono gl’importuni clamori della moltitudine, che in occasione dei pubblici giuochi dolevasi dell’assenza del suo favorito, e risguardava l’abilità d’un cocchiere come un oggetto di maggiore importanza che la sua virtù. Lo sdegno del popolo era già irritato da alcune precedenti contese; e siccome s’era tratto di là il più forte della guarnigione pel servizio della guerra Italica, i deboli residui, ch’erano ancora diminuiti di numero per la diserzione, non poteron salvar l’infelice Generale dalla licenziosa lor furia. Boterico, insieme con
- ↑ Si rappresenta la sedizione d’Antiochia in una maniera vivace, e quasi drammatica da due Oratori, ciascheduno dei quali ha la sua dose d’interesse e di merito. Vedasi Libanio (Orat. XIV. XV. p. 389. 420. Edit. Morel. Orat. I. p. 1-14. Venet. 1754), e le venti orazioni di S. Gio. Grisostomo de statuis (T. II. p. 1-225. edit. Montfaucon). Io non pretendo ad una gran famigliarità personale con Grisostomo: ma il Tillemont (Hist. des Emper. Tom. V. p. 263. 283), e l’Hermant (Vie de S. Chrysost. Tom. I. p. 137-224) l’avevan letto con più curiosità e diligenza.