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328 | storia della decadenza |
derare gl’impeti sregolati della passione; ed il buon successo dei suoi sforzi accrebbe il merito della sua clemenza. Ma una difficil virtù, che pretende al merito della vittoria, giace esposta al pericolo di essere vinta; ed il regno d’un savio e misericordioso Principe fu macchiato da un atto di crudeltà, che avrebbe infamato gli Annali di Nerone o di Domiziano. Dentro lo spazio di tre anni l’incostante Istorico di Teodosio è costretto a riferire il generoso perdono dei cittadini d’Antiochia, e la barbara strage del popolo di Tessalonica.
[A. 387] La vivace impazienza degli abitanti d’Antiochia non mostravasi mai contenta della situazione, in cui erano, o del carattere e della condotta, dei propri Sovrani. I sudditi Arriani di Teodosio deploravan la perdita delle lor Chiese; e siccome la sede d’Antiochia era disputata da tre Vescovi, rivali fra loro, la sentenza, che decise le pretensioni loro, eccitò le doglianze delle due congregazioni che l’ebbero in disfavore. I bisogni della guerra Gotica e l’inevitabile spesa, che accompagnò la conclusione della pace, avea costretto l’Imperatore ad aggravare il peso delle pubbliche imposizioni; e siccome le Province dell’Asia non avevan provato le calamità dell’Europa, così eran meno disposte a contribuire al sollievo di essa. S’avvicinava già l’avventuroso periodo del decimo anno del suo regno: festa più grata ai soldati, che ricevevano un liberal donativo, che ai sudditi, le volontarie offerte dei quali si eran da lungo tempo convertite in uno straordinario ed opprimente peso. Gli editti della tassazione interruppero il riposo ed i piaceri di Antiochia; ed il Tribunale del Magistrato fu assediato da una supplichevole folla, che in un patetico, ma