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dell'impero romano cap. xxvii. 325

grandezza Imperiale da’ teneri nomi di marito fedele e di padre indulgente; e dall’affettuosa sua stima fu innalzato lo zio al grado di secondo padre. Teodosio abbracciò come suoi i figli del fratello e della sorella; ed estese l’espressioni del suo riguardo fino ai più oscuri e distanti rami della numerosa sua parentela. Sceglieva i suoi famigliari amici giudiziosamente fra quelle persone, che nell’ugual commercio della vita privata gli eran comparse d’avanti senza maschera; la propria coscienza di un personale superior merito lo pose in grado di sprezzare l’accidental distinzione della porpora; e provò con la sua condotta, che aveva dimenticato tutte le ingiurie, nel tempo che con la maggior gratitudine si rammentava di tutti i favori e servigi, che avea ricevuto prima di salire sul trono dell’Impero Romano. Il tuono serio o vivace della sua conversazione era adattato all’età, al grado, o al carattere dei sudditi, che vi ammetteva; e l’affabilità delle maniere spiegava l’immagine della sua mente. Teodosio rispettava la semplicità dei buoni e dei virtuosi; ogni arte, ogni talento d’un utile o anche indifferente natura veniva premiato dalla sua giudiziosa liberalità; ed eccettuati gli eretici, ch’ei perseguitò con implacabile odio, il vasto cerchio della sua benevolenza non fu circoscritto che da’ limiti della specie umana. Il governo d’un potente Impero può sicuramente servire ad occupare il tempo e l’abilità d’un uomo; pure il diligente Principe, senz’aspirare alla fama, ad esso non conveniente, di profondo erudito, riserbava sempre qualche momento d’ozio per l’istruttivo divertimento della lettura. Il suo studio favorito era l’Istoria, che ne dilatò l’esperienza. Gli annali di Roma, nel lungo periodo di undici secoli, presenta-