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dell'impero romano cap. xxvii. 303

celebrare in giorno improprio la festa di Pasqua. Ogni Romano poteva fare da pubblico accusatore; ma sotto il regno di Teodosio fu per la prima volta instituito l’uffizio degl’Inquisitori della fede, nome sì meritamente abborrito. Ciò nonostante si assicura che rade volte si dava esecuzione a’ suoi editti penali, e che il pio Imperatore sembrava meno bramoso di punire, che di correggere o di spaventare i disubbidienti suoi sudditi1.

[A. 385] La teoria della persecuzione fu stabilita da Teodosio, alla giustizia e pietà del quale si è fatto applauso da’ Santi; ma la pratica di essa nella sua maggior estensione riserbavasi a Massimo, di lui rivale e collega, il primo fra’ Principi Cristiani, che spargesse il sangue de’ Cristiani suoi sudditi, per motivo delle religiose lor opinioni. La causa dei Priscillianisti2, recente Setta di eretici, che disturbava le Province della Spagna, fu per appello trasportata dal Sinodo di Bordò all’Imperial Concistoro di Treveri; e per sentenza del Prefetto del Pretorio, sette persone furono torturate, condannate e poste a morte. Il primo fra loro fu Priscilliano medesimo3, Vescovo

  1. Sozomeno l. VII. c. 12.
  2. Vedi l’Istoria Sacra di Sulpizio Severo (l. II. p. 447-455 ed. Lugd. Batav. 1647) scrittore corretto ed originale. Il Dottor Lardner (Credibil ec. Part. II. Vol. IX. p. 256, 340) ha lavorato quest’articolo con pura erudizione, con moderazione e buon senso. Il Tillemont (Mem. Eccles. T. VIII. p. 491-527) ha ammucchiato tutta la spazzatura dei Padri: l’utile spazzino!
  3. Severo Sulpizio parla con istima e pietà dell’arcieretico: Felix profecto, si non pravo studio corrupisset optimum ingenium: prorsus multa in eo animi et corporis bo-