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dell'impero romano cap. xxvii. 291

fortuna d’un Missionario1. Gli Arriani, provocati dall’ardire di tale impresa, rappresentavan la sua dottrina, come se avesse predicato tre distinte ed uguali Divinità; e la devota plebaglia veniva eccitata a sopprimere, con la violenza e col tumulto, le irregolari assemblee degli eretici Atanasiani. Uscì dalla cattedrale di S. Sofia un confuso mescuglio „di vili mendici che non meritavan pietà, di monaci che parevan satiri o capre, e di donne più terribili che altrettante Gezzabelle„. Si aprirono a forza le porte dell’Anastasia; si fece o si tentò di fare gran danno con bastoni, con pietre e con tizzoni; e siccome nel tumulto restò ucciso un uomo, Gregorio, che la mattina seguente fu chiamato avanti al Magistrato, ebbe la soddisfazione di supporre che colui pubblicamente confessava il nome di Cristo. Dopo di essersi liberato dal timore e dal pericolo d’un nemico di fuori, la nascente sua Chiesa fu deturpata e lacerata da un’interna fazione. Uno straniero che aveva il nome di Massimo2 e l’abito di filosofo Cinico, s’insinuò nella confidenza di Gregorio, l’ingannò, e fece abuso della favorevole opinione che questi aveva di lui; e formando un segreto accordo con alcuni Vescovi dell’Egitto, mediante una clandestina ordinazione tentò di sop-

  1. Tillemont (Mem. Eccl. Tom. IX. p. 432. ec. ) diligentemente raccoglie, estende e spiega gli oratorj e poetici tratti di Gregorio medesimo.
  2. Ei recitò un’orazione (Tom. I. Orat. XXIII. p. 409) in sua lode; ma dopo la lor contesa fu mutato il nome di Massimo in quello di Erone (Vedi Girolamo T. I. in Catal. Script. Eccles. p. 301). Io tocco di volo tali personali ed oscure discordie.