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dell'impero romano cap. xxvii. 289

crudele insulto; e s’ebbe forse l’intenzione di farlo1. In vece d’impiegare i sublimi talenti di Gregorio in qualche utile e cospicuo posto, l’altiero Prelato scelse frai cinquanta Vescovati della sua estesa provincia il miserabil villaggio di Sasima2 senz’acqua, senza verzura, senza società, situato all’unione di tre pubbliche strade, e frequentato solo dal continuo passaggio di rozzi e clamorosi condottieri di carri. Grego-

  1. Il Poema di Gregorio sulla propria vita contiene alcuni bei versi (Tom. II. p. 9), che nascono dal cuore, ed esprimono i torti d’una ingiuriata e perduta amicizia.

    . . . . πονοι κονοι λογων,
    Ομοςεγος τε και σινεςιος βιος
    Νους εις εν αμφοιν
    Διεσκεδασαι παντα ερριπται χαμαι
    Αυραι φερουσι τας παλαιας ελπιδας

    „... Eran comuni le fatiche dai ragionamenti, famigliare e congiunta la vita, un animo in ambidue ... Tutto si è dissipato, è caduto a terra, i venti portano via le antiche speranze. Nel Sogno della Notte di Mezza State, Elenia fa l’istesso patetico lamento all’amico Ermia.

    Is all the counsel that we two have shared,
    The sister’s vows, ecc.
    Fra noi due comune abbiamo ogni consiglio, i voti
    della sorella ec.

    Shakespeare non aveva mai letto i poemi di Gregorio Nazianzeno, egli non sapeva la lingua Greca: ma la sua madre lingua, cioè quella della natura, è l’istessa nella Cappadocia e nell’Inghilterra.

  2. Questo svantaggioso ritratto di Sasima è preso da Gregorio Nazianzeno (Tom. II. de vita sua p. 7. 8). Nell’Itinerario d’Antonino se ne fissa la situazione precisa in distanza di quarantanove miglia da Archelaide, e di trentadue da Tiana. (p. 144. Edit. Wesseling.).