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dell'impero romano cap. xxvii. |
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tanto dei soldati che de’ Provinciali. L’Imperatore o il ribelle, mentre il suo titolo non era per anche assicurato dalla fortuna, era nativo di Spagna, del medesimo paese, compagno nella milizia e rivale di Teodosio, di cui non avea veduto l’innalzamento senza qualche movimento d’invidia e di sdegno: le avventure della sua vita l’avevano da gran tempo stabilito nella Britannia; ed io non sarei alieno dal trovarne qualche fondamento nel matrimonio, che si dice avere egli contratto con la figlia d’un ricco Signore della Contea di Caernarvon1. Ma potrebbe giustamente riguardarsi questo posto provinciale come uno stato d’esilio e d’oscurità; e se pure Massimo aveva ottenuto qualche uffizio civile o militare, non era investito dell’autorità nè di Governatore nè di Generale2. Gli scrittori parziali di quel tempo confessano l’abilità ed anche l’integrità di esso, e realmente fa d’uopo che fosse un merito assai cospicuo quello, che potè estorcere tal confessione in favore del vinto
- ↑ Elena figlia d’Eudda. Può vedersi ancora la sua cappella a Caer-Segont, ora Caer-Noarvon (Carte Istor. d’Inghil. Vol. I. p. 168 dalla Mona antiqua di Rowland). Il prudente lettore non sarà probabilmente soddisfatto di tal testimonianza Gallese.
- ↑ Cambden (Vol. I. Introd. p. 101) lo caratterizza governatore della Britannia, ed il padre delle nostre antichità vien seguitato, com’è solito, dai ciechi suoi figli. Pacato e Zosimo avean preso qualche cura per impedir quest’errore o favola; ed io mi difenderò con le decisive loro testimonianze. Regali habitu exulem suum, illi exules orbis induerunt (in Paneg. vet. XII. 23) e l’Istorico Greco con molto minor equivoco, αυτος (Maximus) δε ουδου εις αρχην εντιμον ετυχη προελθων (lib. IV. p. 248) esso poi non era costituito in onorevol comando.