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sessati dei cavalli e delle armi dei vinti loro nemici, le copiose razze della Cappadocia e della Spagna somministrar potevano nuovi squadroni di cavalleria; i trentotto arsenali dell’Impero erano abbondantemente forniti di magazzini di armi offensive e difensive; e la ricchezza dell’Asia potea sempre concedere un ampio fondo per le spese della guerra. Ma gli effetti, che produsse la battaglia d’Adrianopoli negli animi dei Barbari o de’ Romani estesero la vittoria de’ primi, e la disfatta de’ secondi molto al di là dei limiti d’una sola giornata. Si udì un Capitano Gotico protestare con insolente moderazione, che quanto a se era stanco della strage; ma si maravigliava come un popolo, che fuggiva d’avanti a lui come un branco di pecore, ardisse ancora di disputargli il possesso dei propri beni e delle Province1. Gli stessi terrori, che aveva sparso fra le tribù Gotiche il nome degli Unni, s’erano inspirati dal formidabil nome dei Goti fra’ sudditi ed i soldati dell’Impero Romano2. Se Teodosio avesse precipitosamente raccolto le sparse sue truppe, e le avesse condotte in campo a fronte d’un vittorioso nemico, il suo esercito sarebbe restato vinto dai propri timori, nè l’incerta sorte del successo avrebbe scusato l’imprudenza del Capitano. Ma il Gran Teodosio, titolo che onorevolmente si meritò in questa importante occasione, si condusse da costante e fedel

  1. Grisostom. T. I. pag. 344. edit. Montfauc. Io ho riscontrato ed esaminato questo passo; ma senza l’aiuto del Tillemont (Hist. des Emper. Tom. V. p. 152) non avrei mai potuto scoprire un aneddoto storico in uno strano miscuglio di mistiche e morali esortazioni, indirizzate dal Predicator d’Antiochia ad una giovane vedova.
  2. Eunap. in Excerpt. Legat. p. 21.