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ranza, che un solo uomo potesse salvare e restaurar l’Impero dell’Oriente! Teodosio fu decorato della porpora nell’anno trentesimoterzo della sua età. Il volgo guardava con ammirazione la virile bellezza del sembiante e la graziosa maestà della persona di lui, che si compiaceva di paragonare con le pitture e medaglie dell’Imperator Trajano; mentre gl’intelligenti osservatori scuoprivano nelle sue qualità del cuore e dello spirito una ben più importante rassomiglianza all’ottimo ed al più grande frai Principi Romani.

[A.379-382] Non senza il più sincero dispiacere debbo adesso prender licenza da un’esatta e fedel guida, che ha composto l’istoria de’ suoi tempi senza secondare i pregiudizi e le passioni che ordinariamente influiscono sulla mente di uno scrittore contemporaneo. Ammiano Marcellino, che termina l’utile sua opera con la disfatta e con la morte di Valente, raccomanda il soggetto più glorioso del seguente regno al fresco vigore ed all’eloquenza della nuova generazione1. Ma questa non fu disposta ad accettarne il consiglio o ad imitarne l’esempio2, e nello studio del regno di

  1. Udiamo Ammiano medesimo: Haec, ut miles quondam et Graecus, a principatu Caesaris Nervae exorsus, adusque Valentis interitum, pro virium explicavi mensura, nunquam, ut arbitror, sciens silentio ausus corrumpere vel mendacio. Scribant reliqua potiores aetate, doctrinisque florentes. Quos id, si libuerit, aggressuros, procudere linguas ad majores moneo stylos. Ammiano XXXI. 16. I primi tredici libri, che sono un epitome superficiale di dugentocinquantasette anni, ora sono perduti: gli ultimi diciotto, che non contengono più di venticinque anni, ci conservano ancora una copiosa ed autentica storia de’ suoi tempi.
  2. Ammiano fu l’ultimo suddito di Roma che componesse