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dell'impero romano cap. xxv. 21

lazzo e i Governatori delle Province furon rimossi dai rispettivi lor posti; ma il merito sublime di alcuni Uffiziali fu distinto dalla folla dei colpevoli; e non ostanti le grida in contrario dello zelo e dello sdegno, sembra che tutte le parti di questo delicato processo fossero eseguite con una ragionevol dose di saviezza e moderazione1. La gioia del nuovo regno ebbe un breve e sospetto interrompimento dalla improvvisa malattia dei due Principi; ma tosto che si furono essi ristabiliti in salute, lasciaron Costantinopoli al principio di primavera, e nel castello, o nel palazzo di Mediana, distante da Naisso tre miglia, eseguirono la solenne e final divisione dell’Impero Romano2. Valentiniano cedè al fratello la ricca Prefettura dell’Oriente, dal basso Danubio sino ai confini della Persia; riservandosi pel proprio immediato governo le guerriere Prefetture dell’Illirico, dell’Italia e della Gallia, dall’estremità della Grecia fino al muro Caledonio, e da questo fino al piè del monte Atlante. L’amministrazione delle Province restò sull’antica base; ma vi fu bisogno d’un doppio numero di Generali e di Magistrati per due consigli e due Corti: se ne fece la distribuzione, avuto un giusto riguardo al merito particolare ed alla situazione di ciascheduno, e furono tosto creati sette generali sì di cavalleria che d’infanteria. Terminato amichevolmente quest’importante affare, Valentiniano e Valente s’abbracciaron per l’ultima volta. L’Imperator d’Occidente fissò la sua re-

  1. Il Tillemont (Tom. V. p. 21.) ha esaminato e confutato quelle illimitate asserzioni di general disgrazia che si trovano app. Zosimo l. IV. p. 201.
  2. Ammiano XXVI. 5.