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244 | storia della decadenza |
spoglie de’ ricchi sobborghi e del territorio addiacente, con lentezza si mosse dal Bosforo verso i monti, che formano il confine Occidentale della Tracia. Fu abbandonato l’importante passo di Succi dal timore o dalla mala condotta di Mauro; ed i Barbari, che non avevano più da temere alcuna resistenza dalle disperse e vinte truppe dell’Oriente, si diffusero sulla superficie d’una fertile e coltivata regione, sino ai confini dell’Italia e del mare Adriatico1.
[A. 378-379] I Romani, che narrano con tanta freddezza e brevità gli atti di giustizia esercitati dalle legioni2, riservano la lor pietà ed eloquenza per le angustie, che soffrirono essi, allorchè le Province furono invase e desolate dalle armi fortunate de’ Barbari. La semplice ben circostanziata istoria (se pure una tal istoria esistesse) della rovina d’una sola città, delle disgrazie d’una sola famiglia3 potrebbe rappresentare
- ↑ Può tuttavia investigarsi la serie degli eventi nelle ultime pagine d’Ammiano (XXXI. 15. 16). Zosimo (l. IV. p. 227. 231.), del quale siamo adesso costretti a tener conto, sbaglia nel porre la sortita degli Arabi avanti la morte di Valente. Eunapio (in Excerpt. Leg. p. 20) loda la fertilità della Tracia, della Macedonia ec.
- ↑ S’osservi con quanta indifferenza racconta Cesare nei commentari della guerra Gallica, ch’ei pose a morte tutto il Senato de’ Veneti, che gli si era reso a discrezione (l. III. 16), che si sforzò d’esterminare tutta la nazione degli Eburoni (VI. 31), che a Bourges furono trucidate quarantamila persone per la giusta vendetta de’ suoi soldati, i quali non risparmiaron nè sesso, nè età (VII. 27).
- ↑ Tali sono i racconti del sacco di Magdeburgo fatti dall’Ecclesiastico e dal Pescatore, che Harte ha tradotto (Ist. di Gustavo Adolfo vol. I. p. 313-320), con qualche timore di violare la dignità dell’Istoria.