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dell'impero romano cap. xxvi. 243

tuttora ignoravan la morte. La corrente dell’inondazione Gotica scorse dalle mura d’Adrianopoli fino ai sobborghi di Costantinopoli. I Barbari furon sorpresi dallo splendido aspetto della capitale dell’Oriente, dall’altezza ed estension delle mura, dalle migliaia di ricchi e spaventati cittadini, che coronavano i forti, e dalla varia veduta della terra e del mare. Nel tempo, che stavano ammirando con inutile desiderio le inaccessibili bellezze di Costantinopoli, una truppa di Saracini1, che fortunatamente s’erano arruolati al servigio di Valente, fece una sortita da una porta della città. La cavalleria della Scizia dovè cedere alla mirabil velocità ed al brio de’ cavalli Arabi; quelli che li cavalcavano erano abili nell’evoluzioni della guerra irregolare; ed i Barbari settentrionali restarono attoniti e sconcertati dall’inumana ferocia de’ Barbari del Mezzodì. Un soldato Gotico, essendo stato ucciso dal pugnale d’un Arabo, il chiomato e nudo selvaggio, ponendo le labbra alla ferita di esso, esprimeva un orribil diletto nel succiar che faceva il sangue del vinto di lui nemico2. L’armata Gotica, carica delle

  1. Valente avea guadagnato o piuttosto comprato l’amicizia dei Saracini, dei quali si erano già provate le moleste incursioni sulle frontiere della Fenicia, della Palestina e dell’Egitto. S’era introdotta di fresco la fede Cristiana in un popolo ch’era destinato a propagare in seguito un’altra religione: Tillemont (Hist. des Emper. Tom. V. p. 104. 106. 141. Mem. Ec. Tom. VII. p. 593).
  2. Crinitus quidam nudus omnia praeter pubem subraucum et lugubre strepens. Ammiano XXXI. 16. e Vales. Ib. Gli Arabi spesso combattevano nudi, uso che si può attribuire al caldo lor clima e ad un’ostentata bravura. La descrizione di quest’incognito selvaggio è il vivo ritratto di Dorar, nome così terribile pei Cristiani della Siria. Vedi Ockley Stor. dei Sarac. vol. I. p. 72. 84. 87.