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storia della decadenza |
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glia; e gli schiavi supplichevoli erano stati mandati in un lontano esilio a coltivar le terre d’Italia, che furono assegnate loro nei territorj vacanti di Parma e di Modena1. Le azioni di Sebastiano2, che di fresco erasi posto al servizio di Valente, ed era stato promosso al grado di Generale d’infanteria, erano vie più onorevoli ad esso e vantaggiose per la Repubblica. Egli ottenne la permissione di scegliere da ciascheduna legione trecento soldati, e questo separato distaccamento in breve acquistò lo spirito di disciplina e l’esercizio delle armi, che erano quasi dimenticati sotto il regno di Valente. Atteso il vigore e la condotta di Sebastiano, fu sorpreso nel proprio campo un grosso corpo di Goti, e l’immenso bottino, che ricuperossi dalle lor mani, empì la città d’Adrianopoli e le addiacenti pianure. Gli splendidi racconti, che fece il Generale delle sue imprese, inquietaron la Corte Imperiale per l’apparenza d’un merito superiore; e quantunque egli cautamente insistesse sopra le difficoltà della guerra Gotica, ne fu
- ↑ Vivosque omnes circa Mutinam, Regiumque: et Parmam Italica oppida, rura culturos exterminavit: Ammiano XXXI. 9. Quelle città e distretti, circa dieci anni dopo la Colonia dei Taifali, compariscono in uno stato molto desolato. Vedi Muratori Diss. sopra le antich. Ital. Tom. I. Diss. XXI. p. 354.
- ↑ Ammiano XXXI. 11. Zosimo l. IV. p. 228-230. Quest’ultimo si diffonde nelle passate azioni di Sebastiano, e sbriga in pochi versi l’importante battaglia d’Adrianopoli. Secondo i Critici Ecclesiastici, che detestano Sebastiano, la lode, che gli dà Zosimo, gli fa disonore (Tillemont Hist. des Emper. Tom. V. p. 121). Il pregiudizio e l’ignoranza di esso lo rendono certamente un molto equivoco giudice del merito.