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dell'impero romano cap. xxvi. 223

e delle azioni presto riunì questo vittorioso distaccamento alla nazione dei Visigoti; le truppe di Colia e di Suerido aspettarono l’arrivo del gran Fritigerno, si raccolsero sotto i suoi stendardi, e segnalarono il loro ardore nell’assedio di Adrianopoli. La resistenza però della guarnigione fece conoscere ai Barbari che nell’attacco delle regolari fortificazioni rare volte hanno effetto gli sforzi d’un imperito coraggio. Il lor Generale conobbe l’errore, levò l’assedio, e dichiarò „d’essere in pace con le mura di pietra1, e si vendicò del mancato colpo sull’addiacente campagna. Egli accettò con piacere l’utile rinforzo degl’indurati lavoratori, che scavavano le miniere d’oro della Tracia2 per vantaggio e sotto la sferza d’un insensibil padrone3; e questi nuovi compagni condussero i Barbari per segreti sentieri ai luoghi più remoti, che erano stati scelti per porre in sicuro gli abitanti, le bestie ed i magazzini di grano. Coll’aiuto di tali guide, niente rimase nascosto o inaccessibile; era fa-

  1. „Pacem sibi esse cum parietibus memorans„: Ammiano XXXI. 7.
  2. Queste miniere erano nel paese dei Bessi sulla cima della montagna di Rodope fra Filippi e Filippopoli, due città della Macedonia, che traevano il nome e l’origine dal Padre d’Alessandro. Dalle mine della Tracia ricavava egli annualmente il valore, non già il peso di mille talenti (200000 lire sterl.); rendita che serviva a pagar la Falange ed a corromper gli oratori della Grecia. Vedi Diodor. Sicul. Tom. II. l. XVI. p. 88. Edit. Wesseling, Gotofred. Comment. al Cod. Teodos. T. III. p. 496, Celar. Geogr. ant. Tom. I. p. 676. 857, Danville Geogr. anc. Tom. I. p. 336.
  3. Poichè quegli infelici lavoratori spesso fuggivano, Valente avea promulgato rigorose leggi per trarli dai lor nascondigli. Cod. Teodos. l. X. Tit. XIX. leg. 5. 7.