Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
dell'impero romano cap. xxvi. | 205 |
nai la forza militare degli Unni affrontossi con quella degli Alani con ugual valore, ma con sorte diversa. Gli Unni prevalsero nel sanguinoso combattimento; vi restò ucciso il Re degli Alani; ed i residui della vinta nazione furon dispersi dall’ordinaria alternativa della fuga o della sommissione1. Una colonia di esuli trovò rifugio sicuro nelle montagne del Caucaso fra il Ponto Eussino e il mar Caspio, dove conservano tuttavia il proprio nome e la loro indipendenza. Un’altra colonia s’avanzò con coraggio più intrepido verso i lidi del Baltico, unissi alle settentrionali tribù della Germania, e partecipò delle spoglie delle Province Romane della Gallia e della Spagna. Ma la maggior parte della nazione degli Alani abbracciò le offerte d’una onorevole ed utile unione, e gli Unni, che stimavano il valore dei loro men fortunati nemici, passarono con un aumento di numero e di sicurezza ad invadere i confini del Gotico Impero.
[A. 375] Il grand’Ermanrico, gli stati del quale s’estendevan dal Baltico all’Eussino, godeva in una piena maturità di vecchiezza e di riputazione il frutto delle sue vittorie, allorchè fu agitato dal formidabile aspetto di un esercito d’ignoti nemici2, ai quali potevano i
- ↑ Intorno agli Alani, vedi Ammiano, (XXXI. 2) Giornandes, (De reb. Getic. c. 24,) Guignes (Hist. des Huns Tom. II. p. 279), e l’Istor. Genealog. dei Tartari (Tom. II. p. 617).
- ↑ Siccome abbiamo l’autentica storia degli Unni, non sarebbe a proposito il ripetere o confutare le favole che male
et fortuitis mortibus mundo digressos ut degeneres et ignavos conviciis atrocibus insectantur. Bisogna concepire una ben alta idea dei conquistatori di tali uomini.