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storia della decadenza |
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ziano aveva ereditato i vantaggi di una forte e sana costituzione. Coll’abitudine della castità e temperanza, che raffrena gli appetiti ed invigorisce le forze, Valentiniano si mantenne la propria e la pubblica stima. Le occupazioni di una vita militare avean distratto la sua gioventù dall’eleganti ricerche della letteratura; egli ignorava la lingua Greca e le arti della Rettorica: ma siccome l’animo dell’oratore non era mai sconcertato da timida perplessità, egli era capace, ogni volta che l’occasione lo richiedeva, d’esporre i risoluti suoi sentimenti con facile ed ardita eloquenza. Le uniche leggi, che esso aveva studiato, eran quelle della marzial disciplina; e presto si distinse per la laboriosa diligenza e l’inflessibil severità, con cui adempiva e sosteneva i doveri del campo. Al tempo di Giuliano egli si espose al pericolo della disgrazia, pel disprezzo che dimostrò in pubblico verso la religion dominante1; ma dalla successiva condotta di lui parrebbe, che l’indiscreta ed inopportuna libertà di Valentiniano fosse stata l’effetto di militar baldanza, piuttosto che di uno zelo Cristiano. N’ebbe per altro il perdono, e fu sempre impiegato da un Principe che stimava il suo merito2; e nei vari suc-
- ↑ In Antiochia, dove era obbligato a seguire l’Imperatore nel tempio, ei percosse un sacerdote, che avea preteso di purificarlo coll’acqua lustrale. Sozomeno l. VI. c. 6. Teodoreto l. III. c. 15. Tal pubblica provocazione poteva convenire a Valentiniano; ma essa non dà luogo all’indegna accusa del filosofo Massimo, che suppone qualche più privata ingiuria. Zosimo l. IV. p. 200, 201.
- ↑ Socrate l. IV. Da Sozomeno (l. VI. c. 6.) e da Filostorgio (l. VII. c. 7. con le Dissertazioni del Gotofredo p. 293) vi si interpone un precedente esilio a Melitene o nella Tebaide. (Il primo potrebbe esser vero).