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guaggio si rappresentava come l’ultimo limite della terra. Celebravano essi con semplice credulità le virtù della vita pastorale1, ed avevano un timore più ragionevole della forza e del numero de’ bellicosi Barbari2, che con disprezzo burlavansi dell’immenso armamento di Dario, figlio d’Idaspe3. I Monarchi Persiani avevano esteso le lor occidentali conquiste fino alle rive del Danubio ed a’ confini della Scizia Europea. Le Province Orientali del loro Impero erano esposte agli Sciti dell’Asia, selvaggi abitanti delle pianure al di là dell’Osso e del Giassurte, due ampi fiumi, che dirigono il corso verso il mar Caspio. La lunga e memorabil contesa d’Iran e Turan è sempre un argomento d’istorie o di romanzi; il celebre e forse favoloso valore de’ Persiani Eroi, Rustano ed Asfendiar, si segnalò nella difesa della patria contro gli Afrasiabi del Settentrione4; e l’invincibil coraggio de’ medesimi Barbari sul suolo stesso

  1. Nel XIII. libro dell’Iliade Giove da’ sanguinosi campi di Troja rivolge gli occhi alle pianure della Tracia e della Scizia. Cangiando ogggetto, ei non potea vedere una scena più piacevole o più innocente.
  2. Tucidide l. II c. 97.
  3. Vedi il lib. IV. d’Erodoto. Allorchè Dario avanzossi nel deserto di Moldavia, fra il Danubio ed il Niester, il Re degli Sciti gli mandò un topo, una rana, un uccello e cinque dardi: formidabile allegoria!
  4. Posson trovarsi tali guerre ed eroi sotto i respettivi lor titoli nella Biblioteca orientale dell’Herbelot. Se ne sono celebrate le geste in un poema epico di sessantamila coppie di versi rimati da Ferdusi, l’Omero Persiano. Vedi l’Istoria di Nader Shah p. 145, 165. Il Pubblico si dee dolere che il sig. Jones abbia sospeso le sue ricerche d’erudizione orientale.