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180 storia della decadenza


Quando è consumato il foraggio d’un dato distretto, la tribù o piuttosto l’armata dei pastori muove regolarmente in cerca di altri pascoli; e così acquista nell’ordinarie occupazioni della vita pastorale la cognizione pratica d’una delle più importanti e difficili operazioni di guerra. La scelta dei posti si regola secondo la differenza delle stagioni; nella state i Tartari si avanzano verso tramontana, e piantano le loro tende sulle rive di un fiume o almeno nelle vicinanze di un’acqua corrente. Ma nell’inverno tornano al Mezzodì, e mettono il campo dietro a qualche comoda altura al riparo dai venti, che si rendono più crudi nel passare che fanno per le bianche e ghiacciate regioni della Siberia. Usi di tal sorta sono mirabilmente adattati a spargere fra le vagabonde tribù lo spirito di emigrazione e di conquista. La connessione fra il popolo ed il suo territorio è sì fragile che si può rompere al più leggiero accidente. Il campo, non già il suolo, è il paese nativo del vero Tartaro. Nel recinto del campo si contengon sempre la famiglia, i compagni, i beni di esso; e nelle marce ancor più distanti è sempre circondato dagli oggetti più cari, più preziosi, o più famigliari ai suoi occhi. La sete della preda, il timore o la vendetta delle ingiurie, la intolleranza della servitù sono in ogni tempo state cause sufficienti per muovere le tribù della Scizia ad avanzarsi arditamente in qualche ignoto paese, dove sperar potessero di trovare una più copiosa sussistenza o un meno formidabil nemico. Le rivoluzioni del Norte hanno spesso determinato la sorte del Sud; e nel contrasto delle ostili nazioni il vincitore ed il vinto o hanno espulso, o sono stati alternativamente scacciati, dai confini della China a quelli della Germa-