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178 storia della decadenza

ferenza della carne tanto di quegli animali che si sono uccisi per la tavola, quanto di quelli che son morti per malattia. Gustano con particolar piacere la carne di cavallo, che in ogni tempo ed in ogni paese è stata proscritta dalle incivilite nazioni dell’Europa e dell’Asia; e questo singolar genio facilita il successo delle lor militari operazioni. L’attiva cavalleria della Scizia è sempre seguitata nelle più distanti e rapide loro incursioni da un adequato numero di cavalli scossi, che alle occorrenze posson servire o a raddoppiare la velocità o a soddisfare la fame dei Barbari. Molti sono i ripieghi del coraggio e della povertà. Quando il foraggio all’intorno del campo dei Tartari è quasi consumato, essi ammazzano la maggior parte del loro bestiame, e ne conservan la carne o affumicata o secca al sole. Nelle subitanee occasioni di precipitose marce, si provvedono d’una sufficiente quantità di piccoli globi di cacio o piuttosto di cattivo latte accagliato, che essi sciogliono alle occorrenze nell’acqua; e questo non sostanzioso cibo sostiene per molti giorni la vita od anche il coraggio del paziente guerriero. Ma comunemente a tale straordinaria astinenza, che si approverebbe da uno Stoico, e da un Eremita sarebbe invidiata, succede la piena soddisfazione del più vorace appetito. I vini dei climi più dolci sono i più grati presenti o la più stimabil merce che ai Tartari offerire si possa; e l’unico esempio di loro industria pare che consista nell’arte d’estrarre dal latte di cavalla un liquor fermentato, che ha un fortissimo poter d’inebriare. I selvaggi sì del vecchio che del nuovo Mondo, provano, come gli animali di rapina, le alternative vicende della carestia e dell’abbondanza; ed il loro stomaco è as-