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dell'impero romano cap. xxvi. | 171 |
CAPITOLO XXVI.
[A. D. 365]Nel secondo anno del regno di Valentiniano e di Valente, la mattina del dì ventuno di Luglio, la maggior parte del Mondo Romano fu scossa da un violento e rovinoso terremoto. Se ne comunicò l’impressione anche alle acque; i lidi del Mediterraneo restarono in secco per la subitanea ritirata del mare; con le mani si prendevano i pesci in gran copia; dei grossi vascelli restaron piantati nel fango; ed un curioso spettatore1 divertiva gli occhi o piuttosto la fantasia contemplando il vario aspetto di valli e di monti, che dopo la formazione del globo non erano mai stati esposti alla vista del Sole. Ma presto ritornaron le acque con un immenso ed irresistibil diluvio, che fece grandissimo danno sulle coste della Sicilia, della Dalmazia, della Grecia e dell’Egitto; alcune grosse barche furon trasportate sui tetti delle case o alla distanza di due miglia dal lido; i flutti trascinana-
- ↑ È tale il cattivo gusto d’Ammiano (XXVI; 10) che non è facile il distinguere in esso i fatti dalle metafore. Pure egli positivamente asserisce d’aver veduto lo scheletro imputridito d’una nave ad secundum lapidem, a Metone o Modona nel Peloponneso.