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un occhio teologico delicato gran fatto per distinguere la differenza tra quei due famosi vocaboli1: e perciò S. Illario soggiunse2. Non puto quemquam admonendum in hoc loco ut expendat, quare dixerim SIMILIS SUBSTANTIAE PIAM INTELLIGENTIAM nisi quia intelligerem et IMPIAM, et idcirco similem, non solum aequalem, sed etiam eamdem dixisse, ut neque similitudinem, quam tu frater Lucifer praedicari volueras, improbarem, et tamen SOLAM PIAM esse similitudinis intelligentiam admonerem, quae UNITATEM Substantiae praedicaret. Che questo poi fosse il caso di una gran parte dei Vescovi dell’Oriente io lo deduco dal ripeter che fa Sant’Illario per ben due volte nel Libro de Synodis3, che a proporzione delle molte Chiese che vi erano, pochi professavano la vera fede, e dal dir loro, apostrofandoli, che gli avevan dato speranza di richiamare la vera fede, (opponendosi, com’è verisimile, agli Anomei) non già che l’avessero richiamata4. Ma che tale

  1. V. Mar. Victor. L. 1. adv. Arrium, e Greg. Naz. Or. 21. p. 26.
  2. Apolog. ad Reprehens. III.
  3. §. 66.
  4. De Synod. §. 79. Vedi Apolog. IV. Vedi la Diss. cit. di Nat. Aless. in cui son pochissimi gli Homoousiani difesi come Ortodossi da quel dotto Scrittore. Aezio, che senza raggiro professava la dissomiglianza ανομοιον, rimproverava in faccia a Costanzo i sostenitori dell’ομοιουσιν. . . . . . . Asserens idem se profiteri ac sentire cum illis omnibus. Verum, inquiebat, quod penes me verum est isti dissimulant, et quod ego prae me fero ac palam confiteor, illi omnes non diffitentur, sed fraudulenter obtegunt. Epiph. haeres. l. 3. T. 1. haer. 76.