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la voce celeste, che in occasione del battesimo di G. Cristo pubblicamente lo autenticò per figlio di Dio: Hic est filius meus dilectus in quo mihi bene complacui1? Mi si opporrà forse coi Sociniani, che si parla in quel luogo di una figliuolanza di adozione? Ma quelle parole, specialmente coll’enfasi del testo Greco ὸ υι̉όςμου, ο̉ α̉γάπητος ille est filius meus, ille dilectus2, non indicano la preesistenza della persona, a cui son dirette, ed alludendo chiaramente al Cap. VIII. dei Proverbi, ove parla la Sapienza medesima, o il λὸγος divino non coincidono con l’espression del Salmista3 Dominus dixit ad me: filius meus es tu, ego hodie genui te? Espressioni applicate a G. Cristo negli atti Apostolici4, e da S. Paolo nella sua sublime Epistola agli Ebrei5. Seguiamo pertanto la sicura traccia di quel gran Dottor delle genti. Egli è fuor di dubbio, che l’intenzion dell’Apostolo nel domandare: Cui enim dixit aliquando Angelorum, filius meus es tu, ego hodie genui te? Ella è di confermare, che Cristo è figlio di Dio in un modo distinto e del tutto singolare. Ma gli Angeli ancora son detti nelle Sacre Scritture figli di Dio6, perchè son tali per adozione. Dunque se Cristo è quell’unico figlio, che

  1. Matth. C. 3. V. 17. Marc. C. 3. v. 1l. 1uc. 3. v. 23.
  2. Dilectus ibi sonare potest unigenitus: vox enim Jachid idest unicus filius, saepius redditur a LXX. α̉γάπητος Lamy Comment. in Harm. c. V.
  3. Psalm. II. v. 7.
  4. C. 4. V. 25 e seg.
  5. C. I. Il Blondello, lo Spanemio, il Tillemont tengono con la massima parte degli antichi, che la lettera agli Ebrei sia scritta l’Anno di C. 63. Vedi Calm. Proleg. Art. III.
  6. Psalm. 87. Job. 1 6. 11. 1.