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gura i nostri dommi veramente fondamentali, e la discordia che osservasi tra gl’interpreti più celebri della dottrina Platonica, Plotino, Numenio, Proclo, ed altri da quest’ultimo confutati, e quel che ne dice nella sua stupenda opera il P. Petavio, anzi quel che ne dice il Sig. Gibbon istesso? Il Logos di Platone è per il Sig. Gibbon una metafisica astrazione animata dalla sua poetica immaginazione, con cui rappresentosselo sotto il più accessibil carattere di Figlio di un Eterno Padre Creatore e Governatore del Mondo. Ma il Logos, di cui S. Giovanni ha sì chiaramente definita la precedente esistenza, e le divine perfezioni, è per Domma Cattolico vero figlio di Dio, ed è una Persona distinta dall’Eterno suo Genitore. Dove è dunque tanto maravigliosamente annunziato da Platone questo Domma Cattolico? Ella è poi un’altra quistione di pura critica, se S. Giovanni togliesse da Platone questo vocabolo λόγος: il che sebben sia facilissimo l’asserire, tanto è lontano da potersi provar chiaramente, che anzi le congetture son del tutto contrarie. Basti riflettere, che Platone era il favorito dei Farisei, e degli Eretici contemporanei degli Apostoli. Questi adunque per l’uno e per l’altro motivo dovevan guardarsi dal far uso a bella posta sì delle dottrine, che delle espressioni Platoniche. Vero è però, che in progresso di tempo Ammonio, fondatore della scuola Alessandrina, volendo formare un sincretismo universale filosofico e teologico, pretese che Platone avesse insegnata la Trinità: ed i Padri della Chiesa se ne persuasero per la lusinga di far ricevere ai Gentili i nostri misteri coll’autorità dei medesimi loro filosofi. Così le oscurissime idee di Platone furon determinate nel senso Cristiano. Ma quanto la Trinità di Platone