Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano V.djvu/148

144

è formato λὸγος, e questo γὸγος è l’idea ίδεα, e l’idea, la quale esso chiama in appresso, intelligibile essenza... ed esemplare, che in se contiene tutti gli animali intellegibili τὰν νοητὰν ουσιὰν… καί τὸ παρὰδειγμα περὶεχον πὰντα τὰ νοατὰξῶα ὲν ὰυτῶ, e l’Idea, io dico non è punto distinta da Dio; si rende manifesto, che Platone non fa distinzione alcuna tra il Logos, e Dio.

Il Dialogo intitolato il Timeo, in cui più diffusamente si espongono i pensamenti di quel filosofo conferma ciò che abbbiamo veduto finora. E come non vedere che il Logos non è una persona distinta da Dio, ma o il raziocinio di lui λυγισμος θεου1 o la Idea, la Nozione, il pensiero di Dio εξ ουν λόγου καί διάνοιας θεου ec2 è infine Dio stesso che avendo pensata λογισαμένος„ e che per tal pensiero, o ragione 34 formò l’Universo?

Una maggior somiglianza della dottrina Platonica con la Cristiana apparisce nella lettera, in cui Platone invita Ermia, Erasto, e Corisco ad unirsi in amicizia chiamando in testimone Dio regolatore delle cose tutte esistenti e future, e Padre Signore del Regolatore e Principio. καί τὸν τῶν πὰντον θεὸν ήγέμονα τῶν τε οντῶνκαί τῶν μελλόνκων τε ήγέμονός καί αιτίου πατέρα κυρίον νεπομνύτας. Egli è però certo, che quel Filosofo per figlio di Dio, non intende altro che il Mondo, come ei dichiara nell’Epimonide, dicendo: E quale Dio mai vado io celebrando? Il Cielo senza fallo. 5. Sì il Cielo od il Mondo, come si spiega in più luo-

  1. P. 1049.
  2. P. 1042.
  3. διὰ τόν λογισμον τὸν δε
  4. P. 1049.
  5. τινά δη καί σεμνυνῶν ποτὲ λεγῶ θεον: σχὲδον ούράνον