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Concile nella Enciclopedia e ne cita ancor esso le decisioni, quando gli torna in acconcio. Sarebbe pure stato considerabile in uno storico giudizioso e sincero, che ne avesse allegata alcuna per confermare, che la superstizione de’ tempi abbia insensibilmente moltiplicati gli ordini, giacchè nella Chiesa Romana oltre il carattere Episcopale se n’è stabilito il numero di sette, tra i quali però i quattro minori son presentemente ridotti a vuoti ed inutili titoli. Per altro pur troppo è giusta riguardo a molte Chiese particolari quest’ultima riflessione: comecchè dai Padri Tridentini1 fosse fatta ai Vescovi una gravissima esortazione, ed un positivo comando, che nelle sacre funzioni si rendessero attivi i Chierici dal Diacono fino all’Ostiario. Ma questo istesso dimostra, che la Chiesa universale rappresentata da quel sacro Consesso, contro l’avviso del Sig. Gibbon è persuasa che tutti questi Ordini, benchè sia forse soverchio il numero degli Ordinati, non sono un parto della superstizione. Erano forse tempi di superstizione i primi tre secoli della Chiesa e l’età degli Apostoli? Or di quei tempi appunto gloriosissimi per Santa Chiesa s’introdussero questi ordini per sentimento del medesimo S. Concilio: Sanctorum Ordinum a Diaconatu ad Ostiariatus functiones ab Apostolorum temporibus in Ecclesia laudabiliter receptae in usum juxta Sacros Canones revocentur. Non ignoravano quei venerabili Padri, che fino dalla metà del terzo secolo Cornelio R. Pontefice scrivendo a Fabio Antiocheno2 numera sette Suddiaconi, 42. Accoliti, e tra Esorcisti, Lettori, ed Ostiari 52: e che S.

  1. Sess. 23. c. 17. de Reformat.
  2. Sess. 23. c. 17. de Reformat.