Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano V.djvu/141


137

S. Agostino fu in grado di sostenere, che questa ommissione neppur gli era stata obiettata. Infatti Ceciliano all’arrivo dei Vescovi della Numidia era già unito con tutta Cartagine, trattine pochi Scismatici, e per mezzo delle usate lettere comunicatorie con la Chiesa di Roma, con tutte quelle dell’Affrica e dell’Universo. Non credeva adunque la Chiesa Cattolica, che l’anteriorità dell’ordinazione di Ceciliano venisse tolta di mezzo dall’assenza dei Numidi, nè poteva crederlo per le ragioni addotte, e nol credevano gli stessi faziosi: perocchè, non trovando delitto da rimproverare a Ceciliano, si ridussero ad asserire contro la verità che il Vescovo Aptungitano Consecrante era uno dei traditori.

Con qual fronte poi osa il Sig. Gibbon di decantare nei due partiti tanta uniformità di costumi, di zelo, di dottrina e di fede? I Donatisti rovesciavano gli altari, o li purgavano come contaminati da quei che si dicevan Cattolici: frangevano i sacri vasi e li fondevano, infierivano contro i vivi e contro i defunti, gettavano il Crisma per le finestre, ed ai cani la Sacratissima Eucaristia, come attestano i Padri sopra lodati, ed espone il medesimo Sig. Gibbon1. Ora dove si legge che fossero somiglianti costumi nel partito Cattolico? Qui si chiedono al Sig. Gibbon testimonianze da stare a confronto con quelle di Ottato e di Agostino. Ma non allegandone, e non potendone allegare veruna: qual concetto formerete del vostro Gibbon? E per riguardo alla dottrina e alla fede non erano i Donatisti quei soli, che ribattezzando nega-

  1. Nat. Aless. Saec. IV. pag. 15. Tillem. Tom. VI. Vales. etc.