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non hanno solidità, e si possono confutare con la maggiore facilità„.

Un altro fatto oscuro pel Sig. Gibbon è lo scisma dei Donatisti. Forse, egli dice, la loro causa fu decisa giustamente, e forse non era priva di fondamento la lor querela, che si fosse ingannata la credulità dell’Imperatore: Due cose però egli tiene per ferme, la prima che il vantaggio, che Ceciliano poteva trarre dall’anteriorità della sua Ordinazione veniva tolto di mezzo dall’illegittima od almeno indecente fretta, con cui si era fatta senza aspettare l’arrivo dei Vescovi della Numidia; la seconda è che i due partiti non ostante il loro irreconciliabile odio avevan gli stessi costumi, lo stesso zelo e dottrina, la istessa fede e lo stesso culto. Ma per quanta oscurità possa trovarsi in tal fatto sappiamo da S. Ottato Milevitano1 e da S. Agostino2, cioè da scrittori i meglio informati di tutta la controversia, che l’ambizion di Bostro e Celesio, i quali con Lucilla formarono il rabbiosissimo scisma, impedì l’intervento dei Vescovi della Numidia all’elezione di Ceciliano: che questi fu eletto con i suffragi di tutto il popolo, e quindi ordinato dal Vescovo di Aptonga, città vicina a Cartagine, e conseguentemente a norma del costume vegliante, in quel modo appunto che il Vescovo Romano si consacrava da quello d’Ostia. E ciò è tanto vero, che cent’anni dopo pretendendo i Donatisti, che Ceciliano fosse stato condannato per non aver ricevuta l’ordinazione dal Primate Numida,

  1. Adv. Parmentanum.
  2. De Unit. Eccl., Cont. Petilian., Cont. Cresc. in Epist. et alibi passim.