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stata sempre, io nol niego, la comune opinione. Non la pensano però così il Ch. Corgnio Canonico di Soissons1, non l’eloquentissimo Card. Orsi2, non l’eruditissimo Zaccaria nell’appendice alla Teologia del Petavio in una Dissertazione: De Commentitio Liberii lapsu. Ed eccone le principali ragioni. Teodoreto3 versatissimo nelle storie, che chiama Liberio nell’atto di andare in esilio gloriosum veritatis Athletam, lo chiama poi di ritorno, egregium omni laude dignissimum, admirandum: Son eglino titoli questi, che convenissero a Liberio, il quale avesse comprato il suo ritorno a prezzo di alcune ree condiscendenze? Cassiodoro4 detto da Incmaro Remense5 virum acerrimi ingenii, et insignis eruditionis pensa, e scrive nei termini di Teodoreto. Altrimenti vogliamo noi credere, che il popolo Romano avesse accolto Liberio siccome avvenne per testimonianza di S. Girolamo, e di Marcellino6 in aria di trionfante? Quel popolo, io dico, a cui esso era carissimo appunto per la sua fermezza in resistere all’Imperatore Costanzo7, che era amantissimo di S. Atanasio, e che non odiava l’intruso Felice, se non perchè comunicava con gli Arriani, quantunque formulam fidei a Nicenis Patribus expositae integram quidem, et inviolatam servabat8. Che

  1. Dissertation Crit. etc. et hist. sur le P. Libere, dans laquelle on fait voir, qu’il n’est jamais tombé. A Paris 1736.
  2. Pap. 185. Tom. II. Venet. 1757.
  3. L. 2. C. 17. Hist. Eccles.
  4. L. 5. C. 18. Hist. Tripart.
  5. De div. et multipl. rat. Animae. c. 2.
  6. Praef. T. 5. Bibl. PP. p. 652.
  7. Sozom. L. 4. 15. Ed. Vales.
  8. Theodoret Hist. l. 2. c. 17.