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sce l’Autore, che il Clero deposto sotto Costanzo era Ortodosso, che la dottrina di Atanasio era Cattolica, che i Giudici di lui furono ingiusti; io per lo contrario direi, che buona parte di quella disputa fu più grammaticale che teologica, e che Atanasio fu ben fanatico a sacrificarsi se non per un dittongo, almeno per un vocabolo proibito dal Concilio d’Antiochia. Il Sig. Gibbon afferma, che il contegno di quel Santo era decente, ed attissimo a conciliarsi l’affetto universale: ed io in quel modesto equipaggio ravviserei l’orgoglio, la politica, e l’avidità della fama. Il Sig. Gibbon ripete sovente, che la giustizia e la verità, e per conseguenza la ragione assistevano la causa di Atanasio: io dubiterei se la ragione fosse veramente dalla sua parte: il Sig. Gibbon profonde per Atanasio luminosi titoli di grande, d’immortale, di venerando, io gli darei quelli di finto, di adulatore o di subdolo. Non valuto però molto quell’ultimo, perchè essendo lo stesso, che Venerabile, questo l’Autore lo trova benissimo conciliabile in S. Gregorio Nazianzeno con l’altro di stolto e di calunniatorenota. Nell’esporvi la mia ipotesi non ho fatto altra cosa, che trascrivervi letteralmente le parole del Sig. Gibbon, che voi potete riscontrare nel libro. Vi sarà dunque facile il conchiudere, che il Sig. Gibbon è in opposizione con se medesimo. 1

  1. L’A. allude a mio credere al celebre Galilaee vicisti, satiare ec. ed al racconto, che Giuliano volesse precipitarsi nel fiume vicino per celar la sua morte, e così passar, come Romolo, per un Dio. Ma S. Gregorio (Orat. IV. p. 290. Edit. Paris. 1583) non dice cosa veruna delle bestemmie di quell’Imperatore, nè del sangue gettato contro al Cielo; e benchè accenni il secondo fatto, osserva in generale, che