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dell'impero romano cap. xxv. |
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Treveri, fu profondamente commosso dalle calamità dell’Illirico; ma la stagione avanzata sospese l’esecuzione de’ suoi disegni fino alla primavera seguente. Mosse egli in persona, con una parte considerabile delle truppe della Gallia, dalle rive della Mosella; ed ai supplichevoli Ambasciatori dei Sarmati, che l’incontraron per viaggio, rispose dubbiosamente, che quando fosse giunto al luogo dell’azione, avrebbe esaminato e deciso. Arrivato a Sirmio, diede udienza ai Deputati delle Province Illiriche, i quali altamente gloriaronsi della loro felicità sotto il prospero governo di Probo, Prefetto del Pretorio1. Valentiniano, ch’era lusingato da tali dimostrazioni di fedeltà e di gratitudine, dimandò imprudentemente al Deputato dell’Epiro, che era un filosofo Cinico d’intrepida sincerità2, s’era egli stato inviato liberamente dai voti della Provincia? „Io son mandato (replicò Ificle) con lacrime e con lamenti da un popolo contro sua
- ↑ Ammiano, che (XXX. 5) confessa il merito di Petronio Probo, ne ha con giusta asprezza censurato l’oppressivo governo. Quando Girolamo tradusse e continuò la Cronica d’Eusebio an. 380 (Vedi Tillemont Mem. Eccl. Tom. XII. p. 53 626) espresse la verità o almeno la pubblica opinione del paese con queste parole; Probus P. P. Illirici iniquissimis tributorum exactionibus ante provincias, quas regebat, quam a Barbaris vastarentur, erasit: Chron. Edit. Scaliger. p. 187. Animad. p. 259. Il Santo contrasse in seguito un’intima e tenera amicizia con la vedova di Probo; ed il nome del Conte Equizio, meno a proposito in vero, ma senza molta ingiustizia è stato sostituito nel testo.
- ↑ Giuliano (Orat. VI. p. 298) descrive il suo amico Ificle come un uomo virtuoso e di merito, che erasi reso ridicolo ed infelice, adottando l’abito ed i costumi stravaganti de’ Cinici.