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storia della decadenza |
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in aggiunger nuove fortificazioni alla sicurezza della frontiera; ma l’abuso di tal politica provocò il giusto risentimento dei Barbari. I Quadi si dolsero che era stato preso dal lor territorio il suolo per una fortezza che si meditava di fare; e sostennero con tanta ragione e moderatezza le loro querele, che Equizio, Generale dell’Illirico, acconsentì a sospendere il proseguimento dell’opera, finattanto che fosse più chiaramente informato del volere del suo Sovrano. Questa bella occasione di far ingiuria a un rivale, e di avanzare la fortuna del proprio figlio, fu ardentemente abbracciata dal crudele Massimino, Prefetto o piuttosto tiranno della Gallia. Le passioni di Valentiniano non soffrivan opposizioni; ed egli prestò con credulità orecchio alle assicurazioni del suo favorito, che se fosse affidato allo zelo di Marcellino, suo figlio, il governo di Valeria e la direzione dell’opera, l’Imperatore non sarebbe stato più importunato dalle audaci rimostranze dei Barbari. I sudditi di Roma ed i nativi della Germania furono insultati dall’arroganza d’un giovane e indegno Ministro, che risguardava la rapida sua elevazione come la prova ed il premio del sublime suo merito. Egli affettò, per altro, d’ammettere la modesta istanza di Gabino, Re de’ Quadi, con attenzione e riguardo: ma quest’artificiosa cortesia celava un oscuro e sanguinario disegno, ed il credulo Principe s’indusse ad accettare il premuroso invito di Marcellino. Io non so come variare la narrazione di delitti fra loro simili, o come riferire che nel corso d’un medesimo anno, ma in diverse lontane parti dell’Impero, l’inospita mensa di due Comandanti Imperiali fosse macchiata dal regio sangue di due ospiti ed alleati, crudelmente uccisi per or-